Digitale e locale. La sfida dell’informazione 3.0 si vince riuscendo a colpire direttamente al cuore i lettori (definiamoli pure target) del nostro brand journalism.
Ci riesce benissimo uno dei prodotti meglio riusciti sul mercato digitale-locale dell’informazione: The Richmond Standard. Il giornale di Richmond, in California, nato nel gennaio scorso, ha deciso di pubblicare solo notizie positive: è dichiaratamente “un mezzo d’informazione quotidiano per la comunità, impegnato a mettere in luce le cose positive che succedono in città”. Il Richmond è finanziato dalla Chevron, la multinazionale del petrolio che nella cittadina californiana ha una raffineria che appesta l’aria e che ha deciso di superare il guado, entrando nella “cucina” di un giornale.
Il direttore è Mike Aldax, un ex giornalista del San Francisco Examiner e dipendente della Singer Associates, un’azienda di pubbliche relazioni specializzata in issues management, la gestione dei danni alla reputazione delle aziende prodotti da situazioni di crisi. La Chevron sta ampliando il suo impianto di Richmond contro il parere degli ambientalisti: la scelta di produrre un giornale di “good news”, diffuso tra la popolazione che vive quotidianamente le “bad news” sulla sua pelle, potrebbe però rivelarsi alla lunga un boomerang. E’ presto per dirlo, ma è interessante osservarli in futuro.
L’efficacia del brand journalism, cioè la capacità di narrare in chiave positiva la realtà di un’azienda, secondo noi di IdeaDinamica, crolla miseramente quando si lede uno dei patti inviolabili tra il giornalista e il lettore: la trasparenza.
E’ vero che The Richmond Standard ospita la rubrica “Chevron speaks”, dedicata a dare risalto alla voce del padrone, in questo modo palesando l’operazione. Ma è un modo indiretto di farlo: è comunque un tentativo di manipolazione della rappresentazione della realtà attraverso la selezione delle notizie.
Il brand journalism perché sia davvero tale (cioè “journalism”) dà invece la propria rappresentazione della realtà, lasciando sempre al lettore la libertà di scelta e di interpretazione. Un esempio? General Electric, che dichiara: “I nostri contenuti devono essere della stessa qualità dei loro (riferito ai giornali, ndr), se non migliori”. Come dire: il guado non deve superarsi mai.