Una società fondata sull’uguaglianza di tutti i suoi cittadini, un sistema in cui la promozione della sicurezza e del benessere sociale ed economico delle persone è assunta dallo Stato. E’ questa la storica mission del cosiddetto Welfare State, lo Stato del benessere.
Un progetto ambizioso ma non impossibile, che negli anni ha richiesto un continuo cambiamento: il nostro modello di welfare ha preso vita in una fase storica “rigida”, eredità del capitalismo e del sistema fordista, in cui relazioni e lavoro, addirittura tempi e modalità di vita avevano una struttura diversa da quella attuale.
Uno dei punti cardine del welfare italiano è rappresentato dal diritto universale alla salute, tradotto nei servizi offerti dal Sistema Sanitario Nazionale (SSN), ed è proprio questo organismo che oggi andrebbe ripensato nell’ottica della rivoluzione digitale in corso.
L’e-Welfare sanitario sarebbe una grande opportunità di pensare nuovi e più avanzati servizi utilizzando le nuove ICT e con non pochi vantaggi:
– servizi per la salute migliori, meno costosi, più efficienti;
– la telemedicina, che permetterebbe trattamenti a distanza a grande vantaggio di categorie deboli;
– la formazione/informazione degli operatori, studenti o specializzandi, stakeholder e pazienti;
– la documentazione elettronica facilmente reperibile da qualunque operatore sanitario si occupi della nostra salute: certificati, fascicoli, cartelle sanitarie (come nel caso reTisan);
– l’abbattimento dell’asimmetria informativa tra medico e paziente.
Oggi, il progetto di un e-Welfare sanitario è oggetto di forte e interessante dibattito nell’ambito dell’Agenda Digitale. A occuparsene è la Commissione Europea, che con il piano d’azione eHealth20 2012-2020 sta mettendo a punto piani d’azione su ambiti diversi, dai diritti dei pazienti riguardanti l’assistenza sanitaria transfrontaliera, a un sistema avanzato che garantisca sistemi di cartelle cliniche elettroniche compatibili a livello internazionale.