Pubblicazioni

Idea Dinamica cura l’intera filiera del libro, dal contatto iniziale con l’autore alla distribuzione mirata sul mercato.

Ciascun testo è unico perché confezionato su misura, in base all’argomento trattato. Ad accomunarli, la cura nella correzione delle bozze testuali e nello sviluppo dei contenuti grafici a supporto: illustrazioni originali ed infografiche di qualità.

Tra i titoli all’attivo, inchieste giornalistiche e reportages fotografici (alcuni dei quali riuniti nella collana “Il Tacco d’Italia / Millennium”), testi divulgativi a carattere medico (“I quaderni di Comunicazione sanitaria”), pamphlet su argomenti socio-politici.

Pubblicazioni

Il Papa Social: La leadership digitale dell’influenzar più pop della Chiesa cattolica

È stato Joseph Ratzinger il primo pontefice della storia a cinguettare su Twitter, e ha continuato a farlo fino alle sue storiche dimissioni. E Papa Francesco ha raccolto il testimone anche del profilo @PONTIFEX, dal quale ha da subito fatto sentire forte la sua voce; anche negli ultimi mesi, invocando la pace per l’Ucraina.

Questa evoluzione della Chiesa verso i new media è raccontata in questo libro scritto dalla giornalista pugliese Agata Scarafilo, collaboratrice de La Gazzetta del Mezzogiorno e della rivista nazionale Scuola & Amministrazione, oltre che direttrice dei servizi generali e amministrativi (DGSA) del II° Istituto comprensivo di Ceglie Messapica (Brindisi).

Nel volume, edito dalla cooperativa IdeaDinamica, Scarafilo descrive la strategia di comunicazione del Vaticano capace di cogliere le potenzialità degli strumenti social come ulteriore mezzo per arrivare alle persone e ai giovani. La missione rimane fedele al desiderio di trasformare il mondo secondo il disegno del Signore. Partendo da un’analisi storica ecomediale l’autrice contestualizza la maturazione della figura del Papa in veste comunicatore che riesce ad accendere una luce di positività sull’utilizzo delle piattaforme social.

Xylella Report

Un’inchiesta giornalistica densa come una spy story, costruita in oltre un anno di lavoro annotando uno a uno gli indizi disseminati da chi ha costruito a tavolino lo smantellamento della foresta di ulivi del Salento.
Sessanta milioni di alberi, un polmone verde unico al mondo, una regione, la Puglia, magica e selvaggia.
Un batterio di cui si conosce molto poco, è l’escamotage per liberalizzare lo sradicamento degli alberi finora intoccabili.
Un manipolo di agricoltori che sale sugli alberi, gridando aiuto.
Dietro l’angolo colate di cemento sulle coste e la riconversione industriale degli uliveti secolari che nessuno vuole più.
La posta in gioco è l’identità di un popolo e una cassaforte stracolma di denaro.
Che la politica gestisce in libertà.

www.xylellareport.it

I quaderni di Comunicazione Sanitaria

Comunicazione Sanitaria, cooperativa di giornalisti operante ormai da anni nel settore della divulgazione scientifica di alto profilo, lancia un nuovo progetto editoriale. Forte dell’esperienza maturata, con oltre trenta titoli all’attivo, il team di professionisti ha progettato una collana dal titolo I quaderni di Comunicazione Sanitaria: una serie di testi scritti da e per i professionisti del mondo sanitario, ma progettati come fonti utili anche al pubblico generalista.
Comunicazione Sanitaria ha sposato gli intenti dell’Autore, curando la parte grafica e testuale ed assicurando una distribuzione capillare su un vasto territorio, anche tramite la partecipazione ad eventi di grande valore come l’annuale Congresso Nazionale dell’Albo dell’Ordine degli Optometristi. Il libro, ricco di infografiche e fotografie che completano e chiariscono quanto espresso nel testo, è stato stampato in formato grande ed ha beneficiato di un lavoro di impaginazione di alto livello, volto a far risaltare l’ottima qualità dello scritto.

Io non taccio

Sono centinaia i giornalisti e i blogger che, ogni anno, subiscono minacce e intimidazioni in Italia, a causa di inchieste coraggiose, che senza censure raccontano di verità scomode, spesso inconfessabili. Ad attentare a quello che resta uno dei diritti fondamentali della nostra democrazia – la libertà d’informazione – non è solo la criminalità organizzata, ma anche chi, istituzionalmente, dovrebbe tutelarne il corretto esercizio. Otto storie, raccontate in prima persona da chi è stato vittima del prepotente di turno, tratteggiano i confini di un Paese, che da Nord a Sud, resta ancora lontano dal potersi definire realmente civile. Otto voci, dietro le quali non è raro trovare il volto di un lavoratore precario, raccontano di un’Italia sconosciuta ai più, dove un giornalista può rischiare la vita all’identica stregua dell’inviato spedito su un fronte di guerra. Un Paese che indigna, ma che è necessario conoscere anche da questa prospettiva, se lo si vuole realmente cambiare. Se ancora crediamo che la libertà d’informazione sia un diritto e non una concessione. o non taccio, Autori vari, Ed. Centoautori, Napoli 2015

Lecce Fuori Onda

Lecce e la sua autoreferenzialità e marginalità geografica, il tessuto criminale, le questioni ambientali, il senso civico, i fattori di sviluppo, quelli mancati e quelli attuali, la vocazione di destra, il rapporto con l’informazione. Sono questi gli argomenti al centro delle riflessioni di Adolfo Maffei e Gabriele De Giorgi illustrate in “Lecce fuori onda”.
I due giornalisti, specchio di due generazioni, illustrano i loro punti di vista, a volte divergenti ma ispirati dal legame con la città, per il primo adottiva e per il secondo natale, che per entrambi avrebbe straordinarie ma inespresse potenzialità. Lecce è la città della “debolezza endemica”, in cui chi rivendica un dissenso viene tenuto ai margini. Ancora, i due autori dialogano attorno all’idea che Lecce sia una città di destra più per una “predisposizione antropologica e culturale” che per una forte componente ideologica. 
L’instant book, edito da IdeaDinamica Editore (2017), è confezionato alla vigilia del voto amministrativo nel capoluogo salentino che ha poi visto prevalere il candidato di centro-sinistra, nettamente sfavorito alla vigilia. 
La prefazione è affidata al professor Raffaele De Giorgi, discepolo ed erede di Niklas Luhmann, uno dei sociologi italiani più affermati anche all’estero, il quale ha accettato la bizzarra proposta di scrivere di un libro senza averlo prima letto. Le sue sono risposte date ai temi del dialogo tra gli autori con lo sguardo del sociologo.

Sangue di quella terra

“Fra il 1946 e il 1948 la disoccupazione toccava in Puglia punte del 50% tra le masse contadine. Una zappa e, non sempre, un’accetta per la potatura dell’olivo e una roncola per la vite costituivano di fatto l’unico patrimonio di molti coloni e braccianti meridionali. Quella che oggi è la rossa terra d’Arneo, un’area vastissima a nord- ovest di Lecce coltivata a vigneti e a uliveti, negli anni del dopoguerra appare come una sterminata distesa pietrosa. Queste terre appartenevano alle grandi famiglie del Salento, soprattutto i Tamborrino di Maglie, i Personè di Nardò, i Del Balzo di Lecce ma anche i Ruffo di Calabria ed altri ancora che affidano le terre a colonia ignorando deliberatamente i salari e gli orari stabiliti, e che per la maggior parte non intervengono con investimenti per migliorare i terreni che vanno via via impaludendosi. Di contro migliaia di contadini della provincia di Lecce Brindisi e Taranto che sull’Arneo si affacciano, non possiedono terra da lavorare e dunque cibo di cui sfamarsi. E’ in questo contesto che viene approvata la legge Gullo-Segni con la quale si vuole arginare la crisi occupazionale del Sud distribuendo le terre incolte ai braccianti, ma che inverosimilmente esclude l’Arneo. Prendono così il via le rivendicazioni dei braccianti salentini tese a far estendere la legge Stralcio anche alla provincia di Lecce sostenuti dal PCI e dalle Camere del lavoro che in quegli anni si sono andate strutturando. Fu così che a partire dal ’49 e in maniera più massiccia nel ’50 e ’51, migliaia di contadini provenienti da tutto il nord Salento occuparono l’Arneo stabilendosi presso le varie masserie del luogo che durante le lotte divennero delle vere e proprie roccaforti.
Il 7 agosto 1951, dopo una pioggia di arresti, intimidazioni e denunce da parte delle forze dell’ordine nei confronti dei braccianti, venne approvato l’accordo con cui si fece inserire la terra d’Arneo nell’applicazione della legge Stralcio.
“E’ da qui che parte la vicenda dei contadini enfiteuti che avevano trasformato le pietre in pane”.
Gli ultimi tra coloro che mobilitarono la lotta, qui ci hanno regalato un racconto a cuore aperto di quei mesi fatti di stenti, di freddo, di fame, di lotte, di idee e di ideali che ancora oggi conservano miracolosamente intatti. Molti hanno versato il sangue per quella terra. Che hanno scelto di lasciare ad altri, tenendo per se la forza dei propri sogni.

Il Sistema

“Qui non c’è la mafia, c’è il sistema”
Era il ritornello di Peppino Basile, lo ripeteva spesso.
Con questa frase chiosava tutto ciò che non gli quadrava, col risultato che abusando di quest’espressione ne faceva sbiadire il significato nella prassi quotidiana.
Significato che però riacquistava tutta la forza dei colori violenti della cronaca ogni volta che Basile puntava il dito, sugli iter tortuosi di approvazione del parco naturale, sulla sua lottizzazione, sulle concessioni demaniali ai privati, sul piano coste, sulle concessioni edilizie date a titolo di favore, sul parco eolico a ridosso del parco naturale, sull’aumento della tariffa per la raccolta rifiuti, sulla gestione della discarica, sui rifiuti pericolosi trovati al suo interno.
Il suo “dito puntato” sono diventate negli anni le nostre inchieste.
O meglio, il Tacco e Basile si sono trovati sulla stessa lunghezza d’onda, dal momento che la legalità a tutti i costi è stato fin dalla nascita del giornale, il tema attorno a cui abbiamo fatto ruotare tutti gli altri.
Non solo: le piste seguite, negli anni e soprattutto nell’ultimo, sono diventate una vera e propria rete, piste collegate le une alle altre, imprenditori alleati tra loro e con amministratori pubblici, amministratori pubblici che pur appartenendo a schieramenti diversi, sugli stessi ambiti di interesse si rivolgono agli stessi principi del Foro dei loro avversari politici e degli imprenditori, per risolvere guai penali o ricorsi al tribunale amministrativo che nella battaglia ufficiale, da amministratori, li vede contrapporsi ad altri amministratori o agli imprenditori.
Poi l’omicidio di Peppino: la comunità sotto shock, i nostri documenti nel cassetto, anche documenti che lui ci aveva passato e che chiedevano di essere riaperti, rivisti, riletti alla luce della sua morte.
Così è nata l’idea di questo libro.

Donne grammatica e media. Suggerimenti per l’uso dell’italiano

Le donne <>. Arrivano in gran numero a ruoli apicali. Eppure nell’informazione restano invisibili. Sono passati quasi trent’anni dalle Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana di Alma Sabatini e il giornalismo, con poche eccezioni continua a definirle al maschile: può essere incinta, ma resta ministro.
Questo lavoro è stato pensato per colmare una lacuna nell’uso che l’informazione fa della lingua italiana. Ripartendo dalle regole della grammatica. Una guida consultabile da tutti, ma pensata soprattutto per giornaliste e giornalisti. Affinché l’informazione riconosca, rifletta e rispetti le differenze, a partire da un uso corretto del linguaggio.
C’è una richiesta forte, che dalla società sale verso l’informazione: aiutare il cambiamento culturale per fare dell’Italia un paese per donne e per uomini.
La cultura cambia e la lingua, soprattutto, evolve.
Un’evoluzione alla quale è attenta l’Accademia della Crusca, che ringraziamo per la prefazione. Un grazie particolare va alla professoressa Cecilia Robustelli che ha messo a disposizione la sua competenza di esperta linguista. Così come a tutte le donne e a tutti gli uomini che stanno assecondando il cambiamento della lingua e della cultura. Crediamo che l’informazione possa e debba farsi parte del cambiamento. E’ l’impegno di Gi.U.Li.A., una rete alla quale aderiscono 800 giornaliste. Perché il femminile esiste, basta usarlo.
Alessandra Mancuso
Presidente di Gi.U.Li.A

“Passaggio di testimone. 11 giornalisti uccisi dalla mafia e dal terrorismo”

“Chi ha in mano il testimone ha una grave responsabilità: non perderlo, non farlo cadere, essere degno dello sforzo del compagno che glielo ha passato, anzi, tentare di far maglio. Le staffette vengono chiuse dagli atleti più veloci. Tutto ciò all’interno del fatto che ognuno è se stesso, ha una sua identità, sue caratteristiche e potenzialità che non vanno confuse con quelle di chi lo ha preceduto. Il passaggio implica un gioco di squadra, una sinergia all’interno del percorso comune, ma soprattutto una responsabilità individuale che va ben oltre l’attraversamento di un solco tracciato da un altro e che diventa contributo personale al progetto che porterà alla fine della corsa”.

Salvo Vitale

Il Passaggio di testimone è quello tra 11 giornalisti uccisi tra gli anni ’60 e i ’90 della storia d’Italia e 11 giornalisti contemporanei che ne tracciano un profilo inedito e personale.

Gli eroi sconosciuti

Il 28 dicembre 2014 la motonave “NORMAN ATLANTIC” durante un viaggio da Igoumenitsa (Grecia) ad Ancona sviluppa un gravissimo incendio a bordo, rimane priva di propulsione e di governo in balia di una forte burrasca con a bordo circa 500 passeggeri e 55 membri dell’equipaggio nel canale d’Otranto.  
Il libro di Adolfo Maffei, cronista pugliese decono della professione giornalistica e già co-fondatore del Quotidiano di Puglia, primo direttore di TeleRama News e fondatore del settimanale il Corsivo, affronta questo drammatico incidente dalla parte degli eroi sconosciuti che hanno evitato il peggio.
L’incendio, infatti, dopo essersi sviluppato in un garage si era propagato a gran parte della nave ed aveva raggiunto i ponti superiori dove si erano rifugiati i passeggeri nel tentativo di sfuggire alle fiamme e al fumo.
Le complesse e rischiose operazioni di soccorso sono state condotte con i rimorchiatori: “Marietta Barretta”, “Tenax” e “Asmara” che sono riusciti a mantenere la prua della nave al vento liberando il ponte superiore dal fumo e permettendo l’intervento degli elicotteri della Marina Militare finalizzato al recupero dei naufraghi. Le operazioni si sono concluse il 2 gennaio 2015 con il rimorchio della nave a Brindisi alla banchina di “Costa Morena”.

In principio fu Elio

Per Brindisi la pallacanestro non è solo uno sport. E’ una passione diffusa, che supera di gran lunga quella per il calcio. A Elio Pentassuglia, il mai dimenticato coach della Libertas Brindisi, sono stati dedicati articoli, libri fotografici, programmi televisivi, ma mai una biografia completa. Lo ha fatto Adolfo Maffei, giornalista di lungo corso oggi in pensione, il quale ha realizzato una vera e propria circumnavigazione intorno al “Pianeta Elio”, alla ricerca di aspetti misconosciuti, quando non addirittura (e clamorosamente ignoti), di una personalità dello sport pugliese che è stato molto amato in vita e oggi, a distanza di quasi trent’anni dalla morte, rimpianto. Il libro, “In principio fu Elio” (Editore IdeaDinamica), è stato realizzato grazie alla preziosissima collaborazione di Claudio Calderari, la seconda icona indiscussa degli anni d’oro della Pallacanestro brindisina, amico fraterno dell’autore che ha voluto accanto a sé in copertina, come simbolica eco dell’insegnamento del coach che ha sempre predicato il gioco di squadra come precondizione di un successo.

La svolta

Il libro fotografico racconta i volti e le speranze di un gruppo di cittadini, quasi tutti alla prima esperienza politica, che hanno provato a costruire insieme a Carlo Salvemini la proposta di un’alternativa al dominio ventennale del centrodestra. Attraverso le fotografie e le parole di Claudia De Blasi, scorre la pellicola di una tornata elettorale appassionante che ha scritto un nuovo e inatteso passaggio nella storia politica di Lecce.
Il libro, edito da IdeaDinamica Editore, racconta i mesi della campagna elettorale di Carlo Salvemini, ora sindaco di Lecce, e le storie parallele di tutti coloro che lo hanno seguito e sostenuto nell’impresa di costruire una proposta politica diversa nel capoluogo salentino. L’introduzione del giornalista Gabriele De Giorgi e le prefazioni di Dario Stefàno e Giuseppe Fornari, entrambi sostenitori della prima ora della candidatura di Salvemini, arricchiscono il reportage di analisi e retroscena.

Il libro ha un inserto: un dialogo vivo tra il giornalista Adolfo Maffei e il vicesindaco Alessandro Delli Noci che chiarisce punti inediti di una campagna elettorale appassionante e i retroscena delle proposte di candidature.

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